Cantine vinicole: Sicilia,
la bellezza della diversità
L’aria sa di mare.
Refoli di brezza salmastra si insinuano con dolcezza tra i filari delle vigne in fiore.
Nelle cantine vinicole siciliane il mese di maggio è così: è il tempo della fioritura, quando la vite si veste di fiori per lasciare poi spazio ai piccoli grappoli verdi.
Nella campagna, dove i vigneti si estendono a perdita d’occhio e contendono lo spazio ai pascoli, agli ulivi, agli agrumeti, la primavera scivola lentamente verso l’estate e porta con sé il tepore che consola, la luce dei raggi del sole che abbaglia e riscalda, il cielo terso e il risveglio della natura. L’orizzonte, fino a pochi mesi fa tristemente puntellato di tralci rigidi e spogli che, come mani scheletriche si ergevano, a sfidare le sferzate del vento, torna a colorarsi di vita e nuovi profumi riempiono l’aria.
Tra i familiari ritmi di lavoro della cantina e la bellezza del paesaggio che ci circonda e abbiamo la fortuna di ammirare ogni giorno, respiriamo benessere. Contrada Fanusa è una delle più belle contrade marine del siracusano, limitrofa a un litorale alternativamente sabbioso e roccioso, dove la natura incontaminata custodisce ancora le storie del passato. Mentre percorriamo il sentiero che conduce ai nostri vigneti, la prima vigna in cui ci imbattiamo è quella del Moscato: quest’uva, a Siracusa, si coltiva da secoli, dal tempo degli antichi Greci che ne ricavavano il vino più antico d’Europa, il Pollio.
Lo sguardo corre da una parte all’altra, l’anima si riempie dell’odore della terra misto a quello dei fiori. Si sofferma tra le piante, a scrutare tra le foglie: ci avviciniamo, entriamo dentro ai filari e, come genitori ansiosi, osserviamo i grappolini appena nati e ricoperti di fiori. Cominciamo a pensare alla vendemmia.
La mente torna indietro nel tempo, ai profumi e ai sapori genuini della nostra terra: l’odore fresco di zagara, il pane caldo appena sfornato con un filo di olio d’oliva e un bicchiere di Nero d’Avola, i biscotti fatti in casa accompagnati dal dolce Moscato.
A Siracusa il vino non è solo racconto dei luoghi, della terra, delle tradizioni e delle origini della nostra città. È racconto di vita.
Cantine in Sicilia, l’occasione di vivere un’esperienza autentica del territorio
Narrava il buon vecchio Omero che in Sicilia tutto cresceva e prosperava spontaneamente.
Quando i Greci attraversarono il Mediterraneo per raggiungere e poi colonizzare progressivamente la parte orientale dell’Isola, trovarono luoghi ameni e floridi lungo la costa. Aminaios e Biblinos, i ceppi di vite che, insieme alle divinità fondanti, trasportavano sulle loro navi, si adattarono alla perfezione al nuovo ambiente e attecchirono con facilità. E fu così che, grazie alle loro più avanzate conoscenze, tecniche di allevamento e coltivazione della vite, di vinificazione e produzione del vino, la Sicilia divenne ben presto il fulcro di una fortunata viticoltura di qualità.
Nomen omen, allora, se tra le righe del nome “Sicilia” leggiamo l’unione di “Sik” (fico) ed “Elia” (ulivo), caratteristici del paesaggio siciliano. E dove ci sono fichi e ulivi, l’uva non può che prosperare.
La ricchezza della nostra Sicilia è racchiusa nella sua diversità biologica.
Suoli vulcanici, sabbiosi, argillosi, calcarei che si alternano a zone aride e piovose, mare, montagna e collina che convivono nella continuità del paesaggio, il fortunato clima mediterraneo hanno permesso all’isola, fin dall’antichità, di essere accogliente casa di tanti e straordinari vitigni antichi introdotti nell’isola nel corso dei millenni.
E oggi, con una superficie vitata di quasi centomila ettari, la Sicilia produce splendidi vini, dai più freschi e leggeri come il soffio del vento carico di aromi, ai più robusti e strutturati, agli straordinari e preziosi vini dolci, l’essenza e l’origine stessa della viticoltura.
Il ritrovamento in Sicilia di alcune botti in terracotta testimoniano l’esistenza di antiche cantine vinicole. A buon diritto il geografo Strabone, nel I sec. a. C., lodava la qualità dei vigneti siciliani, da cui si ricavavano vini che non temevano rivali, nemmeno fra i migliori vini allora riconosciuti nel resto d’Italia.
Nell’antichità erano celebri e apprezzati i vini dell’Etna, soprattutto a Pompei dove sono stati anche ritrovati frammenti di anfore con dipinto il nome del vino, Tauromenitanum, e il nome del produttore.
Un altro vino molto celebre e rinomato era il Mamertino, elogiato anche da Cesare, tipico della zona del messinese. Presso Camarina diverse testimonianze indicavano l’esistenza di vigneti e citavano il vino che, in età romana, era conosciuto come Mesopotamium. Nel Museo regionale Paolo Orsi di Siracusa è custodito un reperto risalente al III sec. a. C. in cui si attesta che una donna, proprietaria di una rivendita di vino, aveva comprato un ettaro di terreno coltivato a vigneti.
Cantine Sicilia: in questo paesaggio così vario, le tante cantine vinicole siciliane, antiche, storiche, familiari, sono la testimonianza della ricchezza di questa terra, che si racconta attraverso una delle sue migliori espressioni, il vino.
Cantine Gulino, tra le case vinicole siciliane più antiche. Il nostro nuovo percorso di visita e degustazione di vino in cantina
Visitare cantine e accostarsi alle produzioni delle aziende vinicole siciliane significa fare esperienza del territorio e immergersi in un racconto avvincente che, attraverso il gusto e l’olfatto, ci fa ripercorrere il viaggio per mare dei Greci verso le coste della Sicilia orientale.
Quella della nostra azienda vinicola siciliana è una tradizione familiare, un passaggio di testimone di generazione in generazione che, dal 1793 a oggi, ha tramandato un patrimonio di tradizioni, saperi e tecniche.
A partire dalla metà di maggio 2021 riapriamo finalmente i cancelli della nostra cantina, dei nostri vigneti, del nostro giardino e della nostra sala di degustazione a voi visitatori, appassionati, viaggiatori, curiosi, amici affezionati: un nuovo percorso di visita della cantina e degustazione dei vini, i nostri Calici di Storia, vi attende.