Da Nord a Sud, ogni vino è figlio di un determinato terroir, ne esprime l’essenza, la tipicità e condensa in ogni sfumatura, in ogni aroma ricercato secoli di storia e di tradizioni, vite vissute di popoli che si sono tramandati saperi e conoscenza.
Sembra quasi di vederli quei panorami verdeggianti, le foglie che si muovono all’unisono delicatamente scosse dal vento, le viti ribelli che si arrampicano sui tralci, i grappoli tondi e succosi, così perfetti alla luce del sole estivo mentre ne rubano il calore fino all’ultimo raggio e se ne nutrono a sazietà.

Ogni vino è, dunque, la pura e espressione del territorio in cui nasce e della sua diversità.
È il frutto di condizioni climatiche, caratteristiche fisiche, geologiche, geografiche, storiche e culturali uniche e inimitabili che si fondono in un calice di rosso, come il nostro intenso e corposo Nero d’Avola Drus, di un bianco, come il nostro fresco e aromatico Eileos, oppure di un vino dolce, come il nostro profumato e avvolgente Don Nuzzo.

Sorso dopo sorso, il vino è come un viaggio nel tempo, sulle tracce degli antichi Greci che, più di duemila anni fa, partirono alla volta della Sicilia in cerca di nuove terre da abitare e a Siracusa trovarono la loro nuova patria.

Portarono i loro usi e costumi, la loro cultura, la loro architettura e i loro dei.
Portarono piante di vite, che prima qui cresceva selvatica. Ne diffusero l’allevamento con impianto ad alberello, dapprima a Siracusa, poi in tutto il Val di Noto e, infine, in tutta la Sicilia.