Braciole, spiedini, involtini: origini e storia delle braciole alla messinese
Dietro ogni pietanza c’è sempre una storia da raccontare.
Un buon vino da abbinare, poi, arricchisce sia la storia che il pasto.
Le braciole alla messinese, comunemente conosciute come involtini di carne alla messinese, sono un piatto tipico della cucina siciliana. Una ricetta talmente conosciuta, apprezzata e cucinata in tutta la Sicilia e non solo, da essere persino celebrata nel Calendario del Cibo Italiano con una giornata dedicata: il 10 marzo.
A Messina, in realtà, preferiscono chiamarli braciole. Fette di carne – lacerto o noce, di solito – accuratamente battute per essere abbastanza sottili da essere arrotolate intorno a un saporito ripieno di mollica, provola, parmigiano e prezzemolo, passate nel pangrattato, infilzate negli spiedini e cotte alla brace.
Pare siano stati gli Spagnoli a far scoprire, nel XVI secolo, ai messinesi questa ricetta, che già amavano consumare con ottimi vini rossi. Erano le “braciole della Regina” perché ne era particolarmente ghiotta la regina Giovanna di Spagna – “la folle” – che aveva anche assunto ben dieci cuochi solo alla preparazione di questa pietanza.
Quando, però, si sparse la voce che uno di questi cuochi fosse l’amante della regina, la situazione precipitò e il cuoco dovette fuggire alla chetichella per non incappare nella furia del nipote della regina, Carlo d’Asburgo. Il destino volle che giunse in Sicilia, dove la ricetta delle braciole ebbe talmente successo che i messinesi la personalizzarono con il condimento così da renderla un piatto unico e tipico della zona.
Che vino abbiniamo alle braciole alla messinese?
A un tipico piatto siciliano un vino rosso siracusano.
Corposo, forte e intenso: per gli involtini alla messinese, il consiglio è il nostro vino rosso Drus, Nero d’Avola in purezza.