Le origini del vino in Italia

Il vino è una bevanda millenaria che fa parte della storia e della cultura italiana. Quali sono le origini del vino in Italia? Da dove nasce questa tradizione nel nostro Paese e come la storia del vino si è evoluta nel corso dei secoli? Chi ha portato il vino in Italia?
Origini del vino in Italia

Le origini del vino in Italia

I popoli del Mediterraneo cominciarono a emergere dalla barbarie
quando impararono a coltivare l’olivo e la vite.

È ormai certo che le origini della viticoltura, come abbiamo scritto nell’articolo su chi ha inventato il vino, risalgano a più di 8000 anni fa, nell’antica regione del Caucaso, tra Turchia, Georgia ed Armenia. Uno studio recente, pubblicato in questo giorni sulla rivista Science, associa la nascita della viticoltura e le origini del vino a due eventi di domesticazione avvenuti circa 11.000 anni fa in Asia occidentale e nella regione del Caucaso, modificando di fatto la cronologia finora accettata: queste prime viti, secondo gli autori dello studio, potrebbero aver dato origine all’uva da tavola, mentre le viti del Caucaso potrebbero aver dato origine alla coltivazione dell’uva da vino e, di conseguenza, anche alla vinificazione e alla consapevole produzione del vino.

Dalla regione del Caucaso, la viticoltura si diffuse in Mesopotamia, in Medio Oriente e nel Mediterraneo. Tra il VI e il IV millennio a. C., raggiunse l’Egitto: alcuni antichi testi mesopotamici, infatti, testimoniano vivaci scambi commerciali con l’Egitto e una ricca iconografia evidenzia momenti della vendemmia, della vinificazione e del consumo di vino che, almeno in questa fase, aveva un carattere elitario.

Chi ha portato il vino in Italia?

La presenza della vite in Italia, testimoniata dal ritrovamento dei semi, è attestata in modo sporadico nel Mesolitico e diviene più rilevante tra il Neolitico e l’età del Bronzo: si tratta, però, in questa fase storica, di vite selvatica e non coltivata che, invece, in Italia apparirà solo successivamente.
Grazie ai contatti e alle relazioni commerciali con i Fenici, i Micenei e, successivamente, i Greci che colonizzarono la Sicilia e l’Italia meridionale, la viticoltura e l’enocultura si diffusero anche in Italia. Nel XII sec. a. C., infatti, i Micenei esercitavano un prospero commercio in tutto il Mediterraneo. Il prodotto di punta era proprio il vino, rilevante nella loro cultura religiosa e sociale e offerta prediletta per i loro dei. Numerosi ritrovamenti archeologici, tra cui vasi di ceramica decorati e recipienti in bronzo, hanno dimostrato che il vino, di cui erano abili produttori, era un bene prezioso e importante nella loro economia. I Micenei coltivavano la vite e producevano vino in una vasta area che si estendeva dalla Grecia continentale alle isole del Mar Egeo. Gli scavi archeologici del palazzo di Nestore a Pilo hanno permesso di rinvenire i resti di un’antica cantina, con una capacità di seimila litri di vino.

Nell’Iliade e nell’Odissea, i cui protagonisti sono proprio i Micenei vissuti quattro secoli prima, Omero cita diverse regioni vitivinicole dell’epoca e numerosi episodi in cui il vino è protagonista: l’isola di Lemno, da cui giungeva il vino che dissetava i guerrieri a Troia; la Frigia, da cui proveniva il vino che consumavano i Troiani; Arne, nella Grecia centrale, che era una terra “ricca di viti”. Ulisse, inoltre, fa ubriacare il Ciclope Polifemo con il vino rubato al sacerdote Marone, “un vino rosso dolce come il miele”: un vino talmente forte che si beveva diluito con venti parti di acqua e che, invece, Polifemo bevve senza freni, causando così la sua fine. 

I Fenici, intorno al IX sec. a. C., contribuirono a diffondere il vino in tutta la regione mediterranea, con frequenti scambi lungo le coste italiane della Sicilia, del Tirreno e dell’Adriatico. Alcuni storici considerano la Siria come “il paese del vino per eccellenza del Vicino Oriente antico” (Lutz), per via delle condizioni climatiche e ambientali favorevoli alla viticoltura, con inverni freddi e lunghe estati calde che permettevano di produrre vini di ottima qualità, corroborati da avanzate tecniche di fermentazione dell’uva. Grazie alle rotte e alle colonie commerciali stabilite in Sicilia, i Fenici esportarono vino in tutto il Mediterraneo occidentale e contribuirono allo sviluppo della coltivazione della vite e della produzione di vino. 

Anche nell’antica Grecia il vino fu sempre parte integrante della vita culturale, sociale e religiosa. 

I Greci svilupparono, intorno al IX sec. a. C., una fiorente attività commerciale nel mare Egeo e, successivamente, attraverso le rotte dei Fenici, si spostarono in Occidente, verso lo Ionio e il Tirreno: durante la colonizzazione greca dell’VIII sec. a. C., fondarono colonie in Sicilia e in tutto il Sud Italia, portando nel loro viaggio attraverso il mare “color del vino” ceppi di antichi e pregiati vitigni di origine orientale, che attecchirono nelle nuove terre, con un sistema di allevamento a basso ceppo e una coltivazione intensiva.

Breve storia del vino in italia

A proposito delle origini del vino in Italia, fu in Sicilia, Calabria e Campania che si svilupparono le prime coltivazioni vinicole.
Nell’Italia meridionale, infatti, i Greci diffusero viti Aminee e il vitigno Byblinos e, grazie alle loro tecniche di coltivazione e di vinificazione, il vino divenne più che un semplice prodotto alimentare, fulcro di ricchi scambi commerciali.

Prima dell’arrivo dei Greci e prima che Greci e Romani diffondessero la vitis vinifera sativa (coltivata), esistevano forse sporadici tentativi di addomesticare la vite selvatica. In Toscana, in particolare, gli Etruschi coltivavano la vitis vinifera sylvestris già dall’VIII sec. a. C., con sistemi di allevamento della vite su tutori vivi, “maritata” agli alberi, producevano vino con metodi simili a quelli dei Greci e lo esportavano oltre le Alpi.
Le origini degli Etruschi non sono del tutto certe: forse provenivano dall’est e, come i Greci, giunsero in Italia con ceppi di vite al seguito ma, poiché la vite selvatica esisteva già da molto tempo prima in Italia, ancora oggi è difficile dire chi per primo ne abbia fatto uso per produrre il vino.

Il vino è una parte fondamentale della cultura e della tradizione italiana e il suo sviluppo nel nostro Paese è stato influenzato da diverse culture, in particolare da quella greca e romana. Oggi, grazie alla passione e alla dedizione dei viticoltori italiani, il vino italiano continua a essere apprezzato in tutto il mondo e a rappresentare uno dei prodotti più rappresentativi del nostro Paese.

FONTI
Hugh Johnson, Il vino. Storia, tradizioni, cultura. Roma, Orme Editori Srl, 2012.

VISITE E DEGUSTAZIONI IN CANTINA

Scegliete la vostra esperienza tra vino e cibo!

Ogni calice di vino che presentiamo in degustazione, insieme agli assaggi più caratteristici della gastronomia locale, è una vera esperienza del vino, del suo territorio di produzione, ne racchiude caratteristiche, storia, tradizioni, cultura.
I nostri vini sono il racconto della terra che nutre e conferisce sapidità alle uve, della dedizione alla campagna e al lavoro tra le vigne, dell’avvincente storia ammantata di mito dei vitigni che, da generazioni, coltiviamo in Contrada Fanusa: il Moscato di Siracusa, il vino più antico d’Italia, l’Albanello siracusano e il Nero d’Avola.

Condividi l'articolo!

Letture consigliate

Come si svolgono le degustazioni in cantina?

Esperienze e degustazioni in cantina 2024

Visitare un’azienda vinicola e partecipare alle degustazioni in cantina è un’esperienza adatta a tutti, ricca di suggestioni, imperdibile per avvicinarsi al fascino del mondo del vino. Si può passeggiare tra le vigne, ammirare la varietà dei vitigni tipici del territorio, conversare con il produttore e scoprire come nasce il vino. Si possono ascoltare aneddoti e storie tramandate di generazione in generazione, perché ogni calice degustato custodisce profumi e sapori che richiamano antiche memorie e tradizioni.

Continua a leggere...
Vini di Sicilia, dal mare alla terra e dalla terra al vino

Vini di Sicilia, dal mare alla terra e dalla terra al vino

Viticoltura e mare, mare e vino. Testimone silenzioso di viaggi, relazioni, scambi e colonizzazioni, civiltà nascenti e imperi caduti, il mare non è solo una via da attraversare, una distesa in continuo movimento da contemplare, un orizzonte in cui perdersi. Il mare è parte della cultura di un territorio, scintilla che ha acceso lo sviluppo della viticoltura nella nostra terra e che dona ai vini di Sicilia un’anima preziosa.

Continua a leggere...
Siracusa mare e spiagge le contrade marine

Siracusa, mare e spiagge: le contrade marine

Com’è il mare di Siracusa? Qual è la spiaggia più bella della città? Acque cristalline, sfumature turchesi e azzurre, fondali ricchi di vita, scogli e spiagge dorate rendono il mare siracusano una meta ideale per chi visita la città. Partendo dal legame tra Siracusa e il suo mare, passiamo in rassegna le contrade marine più suggestive, frequentate e conosciute, uno scrigno di storia, bellezza e natura incontaminata.

Continua a leggere...